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A Performance Cycle

Patrizio Di Massimo, Untitled (Throughbred), March 24th, 2010. Ph. Altrospazio Pierre Leguillon, The Promise of the Screen, March 10th, 2010. Aula Colleoni, Accademia di Belle Arti di Roma, Rome. Ph. Karolina Szewczyk Pierre Leguillon, The Promise of the Screen, March 10th, 2010. Aula Colleoni, Accademia di Belle Arti di Roma, Rome. Ph. Karolina Szewczyk Ryan Gander, As loose as anything, March 3rd, 2010. Aula Magna, Liceo Artistico Ripetta, via di Ripetta 218, Rome. Ph. Altrospazio Tris Vonna-Michell, March 17th, 2010. Accademia di Belle Arti di Roma (aula Colleoni), Rome. Ph. Karolina Szewczyk Patrizio Di Massimo, Untitled (Thoroughbred), March 24th, 2010. Ph. Karolina Szewczyk Tris Vonna-Michell, March 17th, 2010. Accademia di Belle Arti di Roma (aula Colleoni), Rome. Ph. Karolina Szewczyk Ryan Gander, As loose as anything, March 3rd, 2010. Aula Magna, Liceo Artistico Ripetta, via di Ripetta 218, Rome. Ph. Altrospazio

Un progetto di Nomas Foundation, Roma
A cura di Cecilia Canziani e Ilaria Gianni
In collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Roma, Cattedra di Fenomenologia delle arti Contemporanee, Prof.ssa Cecilia Casorati
Con il patrocinio di Comune di Roma Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione

Calendario:
3 marzo 2010, ore 18.30 - Ryan Gander
Liceo Artistico Ripetta (aula Magna), via di Ripetta 218, Roma
10 marzo 2010, ore 18.30 - Pierre Leguillon
Accademia di Belle Arti di Roma (aula Colleoni), via di Ripetta 222, Roma
17 marzo 2010, ore 18.30 - Tris Vonna Michell
Accademia di Belle Arti di Roma (aula Colleoni), via di Ripetta 222, Roma
24 marzo 2010, ore 18.30 – Patrizio Di Massimo
Accademia di Belle Arti di Roma (Ferro di Cavallo), piazza Ferro di Cavallo 3, Roma

Archiving, gathering, exhibiting, recounting, remembering, loving, desiring, ordering, mapping. A Performance Cycle è un ciclo di quattro performance di Patrizio di Massimo, Ryan Gander, Pierre Leguillon, Tris Vonna-Michell, invitati per la prima volta a Roma a realizzare un progetto per un’istituzione. Realizzato in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Roma, A Performance Cycle è un progetto di Nomas Foundation, a cura di Cecilia Canziani e Ilaria Gianni.
A Performance Cycle prende in esame l’atto di collezionare come pratica culturale, attraverso il lavoro di un gruppo di artisti che fanno uso dell’archivio e della collezione come elementi integranti della propria poetica.
Le quattro performance, prodotte per l’occasione, prendono spunto dal luogo i cui verranno ospitate – un edificio dedicato alla formazione – e alla città di Roma, usando diversi linguaggi come il teatro, il racconto, la danza per coinvolgere il pubblico nell’azione.
La collaborazione fra Nomas Foundation e l’Accademia di Belle Arti di Roma nasce con l’obiettivo di creare un’interazione attiva fra gli studenti e il mondo dell’arte contemporanea. Il ciclo di performance è stata occasione per i giovani professionisti di affrontare dinamiche di lavoro reali, confrontandosi in prima persona con gli artisti.

Note:
La potenziale essenza degli oggetti Ă© una delle sue piĂą potenti caratteristiche, ambiguo o elusivo che sia. Gli oggetti si librano nella nostra immaginazione, ci ripresentano continuamente noi stessi, e raccontano la storia delle nostre vite in modi altrimenti impossibili.
S. Peirce

Quando viene collocato all’interno di una collezione, diventa decisivo che l’oggetto si liberi dalla sua funzione originale in modo da entrare in contatto il più possibile con i suoi equivalenti
.
W. Benjamin

Il tipo di oggetto collezionato non è rilevante: quello che importa è la riformulazione dell’oggetto stesso all’interno della collezione, come atto di ammissione formale attraverso uno stato e l’altro.
S.Peirce

Cos’è “la totalità”? E’ il titanico tentativo di riuscire a vincere il carattere del tutto irrazionale della semplice presenza dell’oggetto attraverso il suo inserimento in un nuovo, e deliberato, sistema storico: la collezione.
W. Benjamin

Una struttura può essere metodicamente minacciata al fine di comprendere e rivelare più chiaramente non solo le sue fondamenta ma anche quelle zone d’ombra in cui essa non è né costruzione, né distruzione, ma in cui essa resta labile.
J. Derrida


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